Il parrucchiere, si sa, è un creativo per eccellenza.
Modella la materia capelli nella forma e nel colore, ed è in grado di trasformare in modo diretto l’immagine delle persone.
Ma hai mai pensato che il potere creativo del parrucchiere si può esprimere anche in forme più inaspettate che non riguardano i capelli?
Lavorando ogni giorno con i parrucchieri, io ho potuto constatare che questo loro potere creativo spesso viene usato in modo autodistruttivo.
Ora ti racconto come e perché questo accade, partendo da una serie di paure e pensieri ricorrenti tra i parrucchieri, che potrebbero riguardare anche te
Ad esempio, tu hai paura di perdere clienti affidandoli alle cure dei tuoi collaboratori?
Si tratta proprio della tua realtà di oggi.
Probabilmente hai impostato il lavoro in salone in modo tale che i tuoi clienti riconoscessero in te il punto di riferimento, il centro di gravità permanente, il fulcro del salone:
Una realtà pesante, che ti lega al salone tutti i giorni.
Per non parlare del fatto che i tuoi collaboratori senza di te si sentono insicuri, certi lavori non li fanno per non rischiare di sbagliare e tu perdi comunque incassi.Tutti a parlare di autostima, ma è possibile che un pensiero come “sono il migliore” possa fare danni anziché creare prosperità?
Se ti ritrovi nella situazione appena descritta, stai vivendo la potenza della tua creatività proprio nella sua accezione peggiore: quella in cui il pensiero crea una realtà negativa.
Anche se può sembrarti strano, questo discorso non è nulla di metafisico o magico. Si tratta solo del rapporto causa- effetto che tutti i nostri comportamenti hanno sulle persone che ci circondano.
E il tuo metterti sempre al centro, che può essere molto gratificante, ha come rovescio della medaglia il fatto che tu sei diventato schiavo del tuo lavoro.
Non puoi ammalarti e non puoi andare in vacanza senza perdere tanti soldi.
Se questa situazione ti piace, ok. Conosco tanti parrucchieri che si lamentano del fatto di essere insostituibili ma che, tutto sommato, preferiscono vivere questo stato di cose. Continua così e non cambiare di una virgola, sperando di reggere lo stress di stare costantemente sotto i riflettori.
Se, al contrario, questa realtà ti ha stancato e vuoi cambiarla, seguimi e continua a leggere questo articolo.
Puoi usare il tuo potere creativo per cambiare la realtà come desideri.
È proprio così! Così come hai creato una realtà scomoda, puoi cominciare a cambiarla in modo positivo.
Rifletti su questo: la dipendenza di clienti e collaboratori nei tuoi confronti è stata creata da un pensiero: “sono il migliore, sono insostituibile”. Basta cambiare pensiero per cambiare la realtà.
Non sto dicendo che ti devi sminuire, sto solo dicendo che devi trasformare questo pensiero in uno più utile ai tuoi desideri.
Invece di “sono il migliore, sono insostituibile” potresti cominciare a pensare “sono il migliore e perciò posso far crescere il mio team e rendere ogni persona più simile a me”. Questo cambio di rotta avrà delle conseguenze importanti sul tuo comportamento e sulle reazioni di clienti e collaboratori.
Se ti senti “il migliore che può aiutare gli altri a crescere” lascerai che i tuoi collaboratori facciano dei lavori più complessi. Magari all’inizio sotto la tua supervisione, e con il tempo in completa autonomia. Lascerai che sbaglino, perché è solo sbagliando che si impara.Comincerai ad affidare loro i clienti nuovi, in modo tale che questi sia abituino ad essere serviti da chiunque in salone (e non solo da te), e che di conseguenza si fidino di tutti i membri del tuo team indistintamente.
Ti vestirai in modo da confonderti con i tuoi collaboratori: una divisa uguale per tutti, di modo che i clienti non vedano delle differenze nemmeno per quanto riguarda l’abbigliamento.
In sostanza tu non sarai più il capo, ma sarai il leader, cioè colui che guida tutti gli altri e li aiuta a migliorare e a raggiungere risultati sempre più ambiziosi.
Pensieri e convinzioni sbagliate ti hanno portato dove sei oggi.
Nulla di male in questo: dopotutto se i clienti si fidano di te hanno dei buoni motivi per farlo! Ma puoi andare avanti e recuperare la tua libertà, cambiando pensieri e convinzioni per lasciare spazio a chi lavora insieme a te.
Ok Michela, la fai facile tu. Ma come faccio ad insegnare ai miei collaboratori quello che so fare io?
Di facile non c’è niente quando si parla di cambiare abitudini. Se poi queste abitudini non riguardano solo il “fare” ma riguardano il “pensare” la difficoltà aumenta.
Lo so bene, perché ci sono passata personalmente e perché i miei studenti affrontano questa sfida quotidianamente.
C’è sempre un fremito di paura nell’affidare compiti difficili ai collaboratori. È sempre un rischio lasciare che vengano compiuti degli errori in salone. Ma soprattutto è difficile abbandonare la presunzione di essere insostituibili.
Il segreto per riuscire nell’impresa è uno e soltanto uno: quando decidi di cambiare rotta, non devi tornare indietro.
Ogni giorno devi fare un piccolo passo per delegare dei compiti difficili ai collaboratori.
Se sarai costante nel pensare diversamente e nel comportanti di conseguenza, dopo qualche mese vivrai in una realtà completamente trasformata.
Per le difficoltà pratiche come quella di trasferire le competenze ai tuoi collaboratori e sapere rassicurare i clienti sul cambiamento, ti vengono in aiuto le procedure.
Le procedure sono le regole scritte del tuo salone, quelle che fanno dei tuoi servizi qualcosa di unico.
Le procedure sono strumenti pronti all’uso che ti permettono di prevedere in anticipo eventuali problemi e risolverli prima di perdere i clienti.
In ogni salone sono le procedure a fare la differenza perché sono loro a indicare la direzione e gli obiettivi di tutta la squadra.
Il mio sistema Specialista Salone, è un insieme di procedure già testate e calcolate per ridurre al massimo qualsiasi rischio di insoddisfazione dei clienti. E nel mio corso Specialista Salone ti spiego proprio come scrivere le procedure e come farle applicare ai tuoi collaboratori.
Riprenditi adesso la tua libertà!
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